Un Internet 3D per il bosco: il fungo porcino

In un fitto bosco di castagni, sotto un enorme albero secolare, viveva un fungo porcino insieme ai suoi fratelli. Loro erano sempre felici e spensierati, mentre lui era triste, molto triste, perché non poteva camminare e viaggiare in luoghi lontani.

 

Un giorno passò di lì una lumaca e, prima di nutrirsi un po’ del suo cappello, gli disse queste parole:

 

“Amico funghetto c’è un giovane albero che si trova in difficoltà, perché non riceve acqua e sali minerali a sufficienza per poter sopravvivere, visto che il sole non riesce a filtrare in questo punto del bosco. Possiamo fare qualcosa per aiutarlo?”.

A sentir quelle parole il grande castagno si risvegliò dal suo torpore e disse con voce assonnata:

 

“Dobbiamo fare una cordata per aiutare il giovane castagno. Presto funghetto mio, prendi dalle mie radici l’acqua e i sali minerali e, attraverso le tue ife, falli giungere al giovane albero!”.

Il fungo allungò le sue ife nel terreno e portò il nutrimento all’albero che prontamente si riprese.

Lui però continuava ad essere infelice, non c’era proprio niente da fare.

 

Alcuni giorni dopo uno scoiattolo, che aveva la tana all’interno del tronco del castagno secolare, gli domandò:

“Ti sei accorto che il grande castagno sta soffrendo? Gli arbusti attorno a lui lo stanno soffocando.

Invece di lamentarti, aiutalo!”

 

Il fungo lo guardò con attenzione e capì che lo scoiattolo aveva ragione, allora decise di agire e, attraverso il micelio, allungando le sue ife, diffuse una sostanza chimica tossica che impedì agli arbusti di crescere e svilupparsi.

Il vecchio castagno prontamente si rianimò.

Terminato il suo compito, la tristezza avvolse però nuovamente il funghetto che intonò un triste lamento:

 

“Sono proprio sfortunato

nel regno dei funghi sono nato.

Io non posso camminare,

sempre fermo devo stare”.

Trascorsero alcuni giorni e nulla cambiava nel bosco di castagni.

Tutti erano felici tranne il nostro funghetto che diventava sempre più triste.

Un brutto giorno, il nostro fungo si accorse che un albero vicino a lui era stato attaccato dalla terribile vespa asiatica del castagno.

Bisognava dare l’allarme.

 

 

Comunicò l’informazione al suo micelio che prontamente allungò le sue ife che si intrecciarono con le radici degli alberi e le ife di altri funghi.

In un batti baleno tutti furono avvisati del pericolo che il bosco stava correndo. Cosa potevano fare?

Tramite quella fitta rete di comunicazione la notizia presto giunse al parassita Torymus sinensis, grande nemico della vespa del castagno.

 

I due insetti ingaggiarono una lotta tremenda e, per fortuna, il Torymus sinensis ebbe la meglio.

Il bosco era salvo!

A quel punto il castagno secolare, stanco di vedere vicino alle sue radici un fungo sempre triste, si rivolse a lui e chiosò:

 

“Caro funghetto, è vero, tu non hai né le zampe né le gambe per camminare,ma hai le ife per esplorare il sottosuolo e aiutare chi è in difficoltà.

Grazie per tutto quello che hai fatto e fai per il bosco. Sei molto importante per tutti noi “.

 

Il funghetto rifletté a lungo sulle parole dette dal castagno, poi esclamò:

“Hai ragione vecchio castagno, io non sto fermo facendomi scorrere il tempo addosso.

 Mi muovo attraverso le mie ife!

Per mezzo loro posso instaurare una fitta rete di relazioni e dare conforto.

Il mio micelio è come un Internet in 3 D:

mi consente di aiutare i miei vicini, dare l’allarme in caso di pericolo, condividere nutrienti o informazioni.

Questo, da ora in avanti,sarà lo scopo della mia vita, un compito davvero importante!”.

 

 

 

 

 

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