I bambini per crescere hanno bisogno di storie. Il linguaggio della narrazione arriva in via immediata ai bambini piccoli e veicola contenuti importanti con leggerezza. I bambini, infatti, ascoltando una storia, hanno una capacità di immedesimarsi nei personaggi che li porta non solo a vedere attraverso le parole del testo, ma anche a vivere le esperienze dei personaggi e a fare loro quelle esperienze di vita. Per questo possiamo dire che le storie sono strumento di conoscenza e di trasmissione di valori. Più volte un bambino avrà sperimentato nelle storie occasioni di amicizia, mediazione di conflitto e cooperazione ma anche la ricongiunzione dopo la separazione, più potrà trasferire nel suo mondo queste esperienze e decodificare le emozioni e si sentimenti che accompagnano la sua socialità acerba. Non avrà bisogno di sperimentare tante volte l’esclusione dal gruppo per sapere che fa male o la gratitudine per sapere che è un legame buono, ma vorrà sentirsi leggere tante volte quelle storie che gli parlano di questi episodi per imparare poco alla volta nessi e connessioni che le azioni si portano dietro. Imparerà le regole che sottostanno alle relazioni umane e saprà come avvicinare un compagno in difficoltà e come chiedere aiuto. Sarà anche abbastanza fiducioso da aspettarsi un lieto fine che nelle storie non manca mai.
Quelle stesse storie lette sul divano accanto alla mamma o all’educatrice diventano qualcosa di ancora più profondo se vengono animate, con i personaggi che si muovono sullo sfondo e assumono
sembianze viventi anche se fantastiche. Una storia animata, condivisa con altri bambini, è uno spettacolo unico che fa leggere ai piccoli spettatori le proprie emozioni negli sguardi dell’altro.
Narrazione e animazione stanno, infatti, tra loro come il romanzo sta al teatro e permettono sia il travaso di emozioni da un contesto all’altro sia la percezione di una stessa trama con
sfaccettature ogni volta diverse. Una storia che passa dalla lettura all’animazione e torna alla lettura rinnova la pluralità di significati e il carico di conoscenza ampliandoli con lo spettro
delle possibili interpretazioni.
Un bambino che ascolta rapito spesso spalanca gli occhi e qualche volta la bocca e per una manciata di minuti l’ambientazione che la narrazione propone diventa il suo mondo. Quel mondo è
vissuto con partecipazione emotiva tanto intensa da diventare fisica e con un caleidoscopio di emozioni che noi adulti possiamo immaginare solo dai segnali esterni come le manine che si
girano o cercano la mano della mamma seduta vicina. E’ proprio la forza di quelle emozioni che diventa la motivazione al fare dei laboratori. Dopo una storia la voglia di muovere le mani facendo
prendere forma alle emozioni è tanta e quindi l’invito dell’adulto ha “solo” la forza della transizione da un contesto all’altro perché la motivazione è già nel bambino.
Permettere al bambino di rielaborare la storia con la guida dell’adulto che lo sostiene nel laboratorio contribuisce alla sedimentazione degli apprendimenti e alla costruzione dei ponti tra il
passato narrativo e il presente reale facilitando in questo modo lo sviluppo della conoscenza.
Costruire un percorso che parte dalla storia per traghettare poi il vissuto narrativo in un laboratorio vuole dire anche permettere ai bambini di fare esperienze complete sotto molti punti di vista.
I laboratori sono opportunità che integrano le esperienze precedenti con il coinvolgimento oltre che della vista e dell’udito anche degli altri sensi che stimolati dal contesto. E sappiamo che i
bambini hanno ancora una conoscenza che passa da tutti i sensi disponibili. Inoltre ciascun bambino ha un suo canale sensoriale privilegiato e fornirgli uno stimolo che gli permette di utilizzarlo
vuole dire facilitarlo nell’imparare. La rielaborazione dell’esperienza fatta in questo modo poi apre canali di conoscenza inusuali ma potenti che il buon educatore sa utilizzare appieno.
Buona allora l’opportunità di avere un’offerta multimediale a cui ispirarsi per arricchire le opportunità dei piccoli lettori.
Dott.ssa Alessandra Rambaldi
Pedagogista e Responsabile dei Servizi Educativi
del Quartiere Borgo Panigale - Bologna