Ciao bambini, vi ricordate di me? Sono il ragnetto Pietro, l’amico di Rosa Maria la maniaca della pulizia.
E’ tanto tempo che non ci sentiamo e vediamo. State bene? Vi sono mancato?
A me, voi, siete mancati moltissimo e ho tantissime cose da riferirvi, alcune belle ed altre un po’ tristi.
Ora vi racconto quello che mi è successo in questi mesi in cui abbiamo perso i contatti.
La cosa più importante è che in questi mesi Rosa Maria si è ammalata. Eh sì, bambini, la mia amica Rosa
Maria si è proprio ammalata. Ha avuto una malattia gravissima!
Stava tutto il giorno sdraiata nel suo letto, non mangiava, non dormiva e, soprattutto, non puliva
più! Quest’ultimo fatto, per una come Rosa Maria, era veramente un evento davvero incredibile! Tutti i
giorni erano sempre gli stessi discorsi:
“Rosa Maria, cosa ne dici di alzarti un pochino? Possiamo andare un po’ fuori in giardino”.
“Caro Ragnetto Pietro, proprio non mi sento di alzarmi, magari domani”.
I giorni passavano e la nostra bella casa si stava trasformando in un posto sporco e disordinato!
Polvere da tutte le parti, vestiti sparsi dappertutto, animaletti che correvano in qua e in là senza che
nessuno li sgridasse o invitasse ad andare via. Io le dicevo:
“Rosa Maria alzati! La tua bella casa è in un disordine tremendo! Non ti riconosco più”.
“Mi dispiace Ragnetto Pietro, ma proprio non posso alzarmi sono molto ammalata!”.
“Rosa Maria non è da te lasciare tutta questa confusione!”
“Forse domani amico mio, oggi non mi sento in forze”.
E così io, visto che Rosa Maria non puliva più, decisi che le cose così non potevano più andare avanti.
Presi la mia piccola scopa, il secchio e gli stracci ed iniziai a pulire. Cacciavo gli altri ragnetti che
facevano le ragnatele, le formichine che girovagavano nel secchiaio e tutti gli insetti che sporcavano la
nostra casa. Era una fatica incredibile per me che sono così piccolino, ma per Rosa Maria avrei fatto questo
e ben altro!
Visto che Rosa Maria mangiava veramente pochissimo, andavo a prendere le verdure dal nostro orto e
preparavo per lei gustosi crostini guarniti con pomodorini aromatizzati con aglio e basilico, friggione e
peperonata. Ogni giorno ideavo una ricetta nuova.
Il profumo di queste verdure, che lentamente si spigionava nell’aria durante la cottura, vedevo che qualche
piccolo risultato lo portava: Rosa Maria si alzava e mangiava ciò che avevo preparato per lei e sembrava più
sorridente.
Mi pareva che si sentisse meglio anche nel vedere la sua bella casa nuovamente tutta pulita; non
lo diceva apertamente, ma invece di tornare a letto si metteva sulla poltrona a leggere un libro.
Allora io le mettevo vicino al libro una bella fetta di torta ed un bicchiere di latte tiepido. E lei senza
nemmeno accorgersene incominciava a rimettersi in forze.
Nei giorni in cui la vedevo più triste del solito, andavo a chiamare le sorelle streghette e i nipotini e con loro
nella casa tornavano a risuonare le risate e si espandeva tanta allegria. Rosa Maria a volte si stancava di
tutto quel frastuono e tornava a rifugiarsi nel calduccio del suo letto e così io ero costretto a mandar via
tutti gli amici che avevo invitato per lei. Io ero molto affaticato, tenere in ordine quella grande casa era
veramente molto difficile, ma sapevo che era importante per la guarigione di Rosa Maria. Visto che dovevo
occuparmi di tutte le faccende domestiche e questo fatto, se devo essere proprio sincero, non mi piaceva
affatto, incominciai ad inventare delle storie mentre pulivo per non sentire la fatica. La mia mente vagava
alla ricerca di nuovi intrecci e colpi di scena. Erano storie in cui io e Rosa Maria eravamo i protagonisti.
Dopo aver finito di pulire, prendevo carta e penna ed iniziavo a scriverle. Era veramente appassionante
raccontare le nostre mille disavventure.
“Ecco sì, potrei proprio raccontare com’è nata la mia amicizia con Rosa Maria” pensavo tra me e me.
Ma no, prima devo assolutamente parlare di quando Rosa Maria distruggeva tutte le mie ragnatele!
Vediamo, vediamo un po’ come può continuare questa mia storia”.
Ogni volta che avevo terminato un raccontino piegavo il foglio ben bene e lo mettevo vicino al libro che
stava leggendo Rosa Maria.
Dopo aver letto la nostra prima avventura , Rosa Maria era così curiosa di sapere come proseguiva, che si
alzava per vedere se ne avevo terminato un’altra.
E allora io preparavo la torta ai frutti di bosco, la sua preferita, ed un bel bicchiere di centrifugato ai mirtilli.
Lei leggeva e mangiava e sembrava stare sempre meglio. In alcuni momenti mi pareva persino di vedere
apparire il sorriso sul suo viso!
Cari bambini, dovete saper che, per guarire Rosa Maria, ho scritto così tante storie che mi sono
trasformato in un ragnetto scrittore.
Rosa Maria, dopo alcuni mesi di malattia, si è ristabilita completamente e ha ripreso a fare tutto quello che
faceva prima. Un giorno, ho trovato vicino al camino un pacchetto regalo accompagnato da
un bigliettino con su scritto: “Per il mio migliore amico, il ragnetto Pietro”.
Ho aperto il biglietto e diceva: “Caro Pietro, non sempre è possibile stare ad ascoltare lo zio Arturo che
legge le storie accanto al camino, cosa che tu ami tanto fare, perché a volte le persone che amiamo hanno
bisogno di noi e delle nostre cure. Ma non tutti i guai vengono per nuocere! Grazie per tutto quello che hai
fatto per me. Sei un vero amico! Spero che questo mio regalo ti piaccia”.
Devo dire che questo messaggio mi aveva veramente incuriosito. Allora aprii il pacchetto e vidi
che conteneva un libro. Sgranai gli occhi per l’incredulità, il titolo del libro era: “Le mirabolanti avventure di
Pietro e Rosa Maria” scritto da “ Il ragnetto Pietro”.
Vi confesso che in quel momento, sulla mia guancia pelosa, scese una piccola lacrima tanta era la
commozione. Rosa Maria aveva raccolto i miei raccontini e li aveva spediti ad alcune case editrici.
Una casa editrice molto, molto importante aveva deciso di pubblicare un libro con tutte le mie storie ed io
divenni famoso in tutto il mondo. Con i soldi guadagnati con i diritti d’autore decisi allora di trovare una
persona che ci potesse aiutare nei lavori domestici in modo che Rosa Maria si potesse riposare e avesse il
tempo di leggere le storie che scrivevo per lei. Non volevo che si ammalasse mai più, perché io le volevo
tanto, tanto bene.