Il viaggio del palloncino di Elena
Quel pomeriggio c’era una festa a casa di Elena, quella per il primo compleanno della sua sorellina Viola. Nonna Wilma aveva attaccato dei fili in giardino e vi aveva appeso tanti palloncini colorati.
Tutto era pronto per accogliere le amiche: il teatrino per raccontare le storie, le ombre cinesi colorate, le pizzette, i salatini, le bibite e la torta.
Ad un certo punto, un palloncino si staccò dal filo ed Elena incominciò a giocare con esso lanciandolo alla sua sorellina e poi in aria.
Improvvisamente Elena fece un lancio troppo in alto e il palloncino finì nel giardino del vicino.
La bambina incominciò allora a piangere: le scendevano sul viso grossi lacrimoni.
Per fortuna la nonna era stata previdente e nel cassetto aveva una scorta di palloncini ancora da gonfiare. Il suo papà la consolò prontamente gonfiandogliene uno e la sua mamma le disse:
“Ora saranno altri bambini a giocare con il tuo palloncino. Pensa come saranno felici quando lo troveranno!”
Elena si asciugò il viso dalle lacrime, prese il palloncino che le stava porgendo il suo papà e salutò con la manina il suo amico palloncino che ora non era più nel suo giardino.
Giunto nel nuovo giardino, il palloncino si guardò intorno. Dov’era finito? Non era più alla festa di Viola? Mentre incominciava a prendere confidenza con il nuovo ambiente, arrivò un gruppetto di bambini che iniziò a giocare con lui dandogli forti calci.
“Basta! Non ne posso più di questi bambini. Sono troppo irruenti!” pensò e al primo alito di vento decise di andarsene da quel giardino.
Il palloncino iniziò a librarsi nel cielo, il suo scopo ora era quello di trovare un bambino speciale con cui poter restare, uno che sapesse giocare con lui senza fargli male.
Volò in alto vicino alle nuvole, passò sopra i tetti, attraversò la città fino a quando, stanco, si posò a riposare in mezzo alle fronde di un albero.
Mentre stava ancora dormendo, passò di lì un anziano signore.
“Che bel palloncino si è posato sui rami di questo piccolo albero. Penso che lo prenderò per darlo al mio nipotino Leo. Sarà sicuramente felice di questo dono”.
Leo non era un bambino come tutti gli altri, purtroppo non poteva sentire e faceva tanta fatica a parlare, ma aveva un cuore grande come una montagna.
Quando vide il nonno arrivare con il palloncino, gli corse incontro e lo abbracciò forte forte. Il nonno gli legò il palloncino al polso e lo lasciò tranquillo a giocare in giardino.
Leo era delicato con il palloncino, correva con lui facendolo alzare nel vento e immaginava di potergli raccontare storie fantastiche ed avventurose.
Il palloncino fu felice del tempo trascorso con quel bambino e dei giochi che facevano insieme, decise, quindi, di restare insieme a lui per sempre: aveva finalmente trovato un vero amico.