“Ehi tu, piccolina! Cosa fai lì tutta sola e triste?”
La bambina girò la testa verso il luogo da cui sentiva provenire quella voce ed esclamò:
“Ma, chi sta parlando? Non vedo nessuno!”
“Sono io, Anna Maria, la narratrice della storia”.
“La narratrice della storia?”
“Sì, la narratrice, quella persona che racconta le storie”.
“E tu, stai raccontando una storia?”
Anna Maria fece cenno di sì con la tesa.
“Di che cosa parla?”
“Racconta di una bambina che si chiama Viola ed è molto, molto arrabbiata ed anche un po’ triste”.
“E che cosa è successo a questa bambina?”
“Viola è una bambina/fata ed è stanca, tanto stanca perché deve sempre studiare e fare i compiti. La sua mamma ci tiene tanto che impari bene a leggere e a scrivere e per questo, anche se è estate, ogni giorno la fa esercitare e lei invece vorrebbe giocare. Secondo te come può proseguire questa storia?”
“Io direi che Viola, terminati i compiti, non ha nessuno con cui giocare. Lei vive nel Bosco dei Colori e lì non vi sono altri bambini, solo alberi di tutti i colori: gialli, rossi, viola, verdi, arancioni, marroni e blu. Il bosco è un tripudio di colori, ma di altre bambine/fata neppure l’ombra”.
“Hai ragione piccolina, in quel meraviglioso bosco non c’è davvero nessuno con cui giocare! Ma forse la potremmo aiutare. Aspetta! Ora vado a vedere in un'altra storia se trovo qualche amico che possa fare al caso suo!”
Anna Maria entrò in un’altra cartella del computer e cercò una storia adatta per il suo scopo.
“Ho una storia che è ambientata al polo Sud i cui protagonisti sono un pinguino ed un pupazzo di neve, ti potrebbero interessare?”
“Sì, sarebbe bellissimo poter far giocare Viola con loro!”
“C’è solo un piccolo problema, il pupazzo di neve, in quel bosco, potrebbe sciogliersi, non è abbastanza freddo!”
“A quello potrebbe rimediare Viola. In cintura ha un piccolo sacchetto che contiene un po’ di polvere magica di fata. Se tu li trasporterai in questa storia, lei farà una piccola magia, così loro potranno giocare insieme”.
“D’accordo , aspetta un momento …”.
Anna Maria prese il pinguino per la collottola e il pupazzo di neve per la sciarpa e li condusse nella nuova storia dove c’era Viola ad attenderli.
“Ecco qui, ti presento Giovanni, il pinguino e Gipsy, il pupazzo di neve”
Il pupazzo di neve Gipsy, che era un vero gentiluomo, salutò la bambina togliendosi il cappello con fare gentile.
“Ciao amici, vi presento Viola. Vi va di giocare con lei?”
“Ci piacerebbe moltissimo, ma per noi nel bosco dei colori è troppo caldo, non sopravvivremmo a lungo in questo luogo”.
“Avete ragione, Viola si stava dimenticando della polverina magica! Viola coraggio cosa stai aspettando!”
E così Viola prese la polverina magica e ne diede una bella spolveratina ai suoi nuovi amici e la storia incominciò a dipanarsi.
“Ecco fatto, ora anche se giocherete con me, non vi accadrà nulla di male”.
“Grazie Viola, a che gioco vuoi giocare?”
“Al gioco dei colori, qui in questo bosco fatato è possibile giocare con le emozioni, basta andare vicino agli alberi e… tutto potrà accadere”.
E così Viola, insieme ai suoi due nuovi amici Giovanni e Gipsy, si inoltrò nel Bosco dei Colori.
“Il gioco consiste in questo: io dico il nome di un colore e tutti e tre dobbiamo tuffarci nell’albero corrispondente. Poi anche voi farete la stessa cosa”
“D’accordo, iniziamo” rispose Gipsy.
“Io dico giallo, il colore della felicità!” urlò Viola tutta eccitata.
I tre amici si immersero nella chioma dell’albero di colore giallo e lì accaddero delle cose veramente straordinarie.
Viola, Gipsy e Giovanni divennero immediatamente tutti gialli e si sentirono molto felici: avevano voglia di ballare, cantare e saltare.
Giovanni, come fanno tutti i pinguini, si mise a scivolare a pancia in giù lungo magnifiche strisce gialle simili a lastre di ghiaccio. Anche Viola e Gipsy lo seguirono e si divertirono moltissimo. Nell’aria si spandeva il suono delle loro risate! Poi Giovanni si mise a ballare: puntò il becco in alto, face roteare gli occhi, gridò, fischiò e batté le ali. Era troppo buffo. Era irresistibile! E così i suoi amici non poterono fare a meno di imitarlo.
Erano così felici che il giallo attorno all’albero diventò sempre più intenso.
“Dai Giovanni, ora tocca a te di’ il nome di un colore-albero!” urlò Viola al colmo della gioia.
Giovanni ci pensò un po’ su e disse: “Rosso!” e subito tutti e tre si immersero nella chioma dell’albero di colore rosso.
“Il rosso è il colore dell’amore e del coraggio, ma attenzione questo colore può trasformarsi nel sentimento della rabbia!” spiegò Viola con fare un po’saccente.
“Della rabbia!” esclamò Gipsy “Io non voglio essere arrabbiato”.
“Allora io dico verde” urlò Giovanni.
E subito i tre amici si immersero in quel colore.
“Il verde è il colore della natura! Guarda quante meravigliose sfumature di verde ci sono in questo albero!”.
I tre amici trascorsero tutto il giorno a giocare a quel gioco.
Attraversarono il blu, il colore del riposo e della calma, l’azzurro il colore della serenità, l’arancione quello dell’entusiasmo e della creatività, ma anche il nero il colore del mistero e della paura.
Ogni colore rappresentava un mondo tutto da scoprire e sperimentare.
“Ehi ragazzi, vi siete accorti che a forza di giocare è ormai giunta la sera?”
“Narratrice, sei di nuovo tu, ma dov’eri sparita?” esclamò la bambina.
“Non ero sparita! Ero qui, non lontano da te che ti osservavo e scrivevo”
“Scrivevi?”
“Sì , Viola scrivevo la tua storia”.
“La mia storia?”
“Sì, la tua storia”.
“Che cosa noiosa, perché non sei venuta a giocare con noi invece di perdere del tempo a scrivere!”
“Come avrei potuto giocare con voi! Nulla di quello che è successo oggi sarebbe potuto accadere se io non avessi scritto! Ecco qui i fogli con il racconto, te lo voglio donare, spero che ti piaccia!”.
Viola prese la storia e si mise a leggerla con tutto il suo impegno, senza nemmeno sentire più un pizzico di fatica, perché quella era la sua storia!
Era il racconto di una giornata indimenticabile.
“Ora Viola, i tuoi due nuovi amici se ne devono andare via. Devono ritornare nella loro storia” esclamò Anna Maria in modo gentile.
“No, non voglio che se ne vadano via. Non voglio restare nuovamente qui tutta sola!”
“Non è possibile Viola, mi dispiace”.
Anna Maria fece il gesto di portare via Giovanni e Gipsy, ma Viola glielo impedì e
tutta preoccupata, prese una decisione. Afferrò carta e penna ed incominciò anche lei a scrivere delle storie che avevano come protagonisti i suoi due nuovi amici: non voleva che Gipsy e Giovanni ritornassero al Polo Sud, desiderava tanto che restassero con lei per sempre.
Da quel giorno la sua penna non smise più di scrivere e Viola, una volta adulta, divenne scrittrice di fiabe.
Le sue storie vennero lette dai bambini di tutto il mondo, perché erano davvero molto, molto belle.